I migliori vini veronesi, guida enologica del territorio

calici di vino bianco

I migliori vini veronesi, guida enologica del territorio

Le etichette più importanti

Verona lega il suo nome all’enogastronomia dalla notte dei tempi. Forte del suo rapporto stretto tra territorio, tradizioni culinarie e prodotti tipici, alcuni conosciuti anche all’estero. Non si può parlare del territorio di Verona senza citare i vini veronesi che meritano un approfondimento particolare. Conosceremo insieme le principali denominazioni e il territorio da cui provengono, seppur dal punto di vista di una bevitrice della domenica. Questo per dire che non sono propriamente una che bazzica il mondo vitivinicolo, ma che comunque lo apprezzo e mi incuriosisce. Guardo sempre al mondo del vino affascinata dal processo produttivo e dal risultato che ne esce. Fare vino è un’arte: la simbiosi perfetta tra scienza e natura.

Nella provincia di Verona ci sono diverse zone vocate alla produzione di vini di qualità. Si producono vini bianchi e vini rossi apprezzati in tutto il mondo e rinomate DOCG che tutti ci invidiano. Per la precisione si producono 5 DOCG (Di Origine Controllata e Garantina) e ben 14 DOC (Di Origine Controllata). Non a caso si tiene qui ogni anno il Salone Internazionale dedicata al vino e ai distillati: Vinitaly.
Passiamo ora in rassegna le principali zone di produzione dei vini veronesi: lago di Garda, la Valpolicella, Soave e Monti Lessini e conosciamo le etichette più rinomate che qui vedono la luce.

Vini veronesi del lago di Garda

Il lago di Garda, noto anche come Benaco, è il più grande lago italiano che lambisce tre regioni: Trentino, Lombardia e Veneto. A nord si presenta stretto tra le montagne mentre man mano che si scende il paesaggio si apre e si distende tra le colline moreniche. Il clima è temperato, in inverno grazie alla presenza dell’acqua le temperature sono miti.
I vini prodotti sono Garda DOC nelle tipologie bianche, rosse e rosè, il Lugana (prodotto con uve Trebbiano), San Martino della Battaglia. Con i vitigni Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara si produce la DOC Bardolino. Un vino rosso che si declina nella variante classico, chiaretto, chiaretto spumante e novello. Altro rosso, il Bardolino DOCG, che ha preso la denominazione nel 2001.

Altra DOC, questa volta in bianco, è il Custoza. Prodotto con i vitigni Trebbiano toscano, Garganega, Tocai Friulano, Cortese, Malvasia bianca lunga, Riesling italico, Pinot bianco, Chardonnay e Manzoni bianco, prevede le varianti superiore, passito e spumante.
Come succede per molti altri prodotti gastronomici anche nel mondo dell’enologia è arrivato il biologico. Alcune aziende hanno scelto di convertire la propria produzione in vino bio con particolare attenzione al territorio. E’ il caso della Cantina La Bacheta di Custoza che ho visitato qualche tempo fa.

Ci sono altre due DOC che vale la pena nominare quando si parla del territorio del lago di Garda ai confini con il Trentino: la DOC Valdadige (viene prodotta in bianco, rosso, rosato, Pinot grigio e bianco, schiava e frizzante con i vitigni Pinot bianco, Pinot grigio, Riesling italico, Müller-Thurgau, Chardonnay, Lambrusco a foglia frastagliata, Merlot, Pinot nero, Lagrein, Teroldego, Cabernet franc, Cabernet sauvignon, Schiava grossa, Schiava gentile e Schiava grigia) e la Valdadige Terra dei Forti (vitigni Lambrusco a foglia frastagliata, Casetta e Pinot grigio). Prodotti anche dalle province di Bolzano e Trento.

Vini della Valpolicella

Il territorio della Valpolicella si estende a nord della città di Verona e  il vicino lago di Garda si trova a soli 15 chilometri. E’ un patrimonio di cultura e tradizioni culinarie da scoprire e degustare. Una curiosità: il nome «Valpolicella» sembra derivi da «poli-cella» cioè tante cantine perchè qui la zona è vocata alla produzione di vino da tempo memorabile. I vini qui prodotti non sono leggeri come Bardolino e Custoza; vengono quindi, consumati in modo più consapevole e stappati nelle occasioni che contano.
L’etichetta di maggior successo è sicuramente l’Amarone della Valpolicella, prima DOCG nata. Presente già nel 1968 come DOC, diventata nel 2010 DOCG e prodotta con i vitigni Corvina, Corvinone e Rondinella. E’ una sorta di vinificazione prolungata (45-50gg) del Recioto (30gg), vino dolce. Si chiama così perchè vengono utilizzati i lati del grappolo – le «recie» appunto – più esposti al sole e quindi più maturi messi ad appassire su graticci (chiamati arelle). La fermentazione trasforma una quantità maggiore di zuccheri in alcol, da qui la caratteristica principale di questo vino che presenta una gradazione mai inferiore al 14%.



Una menzione particolare merita il Valpolicella Ripasso che si ricava facendo “ri-passare” le uve del Valpolicella (da vitigni autoctoni Corvina, Corvinone, Rondinella) dove sono state pigiate quelle dell’Amarone e del Recioto. Risultato: un vino più morbido e una maggiore bevibilità.

bicchiere di vino rosso
bicchiere di vino rosso (foto da pxHere)

Vini di Soave e dintorni

Ci spostiamo sulle colline ad est di Verona da dove svetta il castello medioevale di Soave. Uno dei borghi più belli d’Italia che vale la pena di visitare per le bellezze storico culturali e la bontà dei prodotti tipici. La vista qui è contornata da vigneti e cantine ben radicate sul territorio. Non a caso Soave nel 2018 è stato riconosciuto patrimonio agricolo di rilevanza mondiale.
La DOC Soave è la DOC bianca italiana più imbottigliata, così come la Valpolicella è la seconda DOC rossa maggiormente esportata, dopo il Chianti. Qui troviamo anche due DOCG di notevole fama: il Soave Superiore (sempre con gli stessi vitigni della DOC ma con gradazione alcolica maggiore) e il Recioto, vino bianco passito dolce.
La guida ai vini di Verona comprende anche l’Arcole DOC. Prodotta con i vitigni Garganega, Merlot, Pinot bianco, Pinot grigio, Chardonnay, Sauvignon, Carmenère, Cabernet sauvignon e Cabernet franc, prevede le varianti bianco (nelle tipologie passito, frizzante e spumante), rosso, rosato, garganega, anche in tipologia vendemmia tardiva, nero oltre a quelle del vitigno di produzione. La produzione di questa DOC sconfina anche nel territorio vicentino.

A Soave Cantina del Castello

All’ombra delle torri e merletti del bellissimo e suggestivo castello nel cuore dell’antico borgo medievale di Soave troviamo Cantina del Castello (Vicoletto Corte Pittora, 5 – Soave). Connubio perfetto tra tradizione e innovazione, dove la produzione annua è di circa ottantamila bottiglie declinate nelle diverse tipologie: il Soave Classico e il suo Cru Pressoni, il Recioto di Soave Classico, lo spumante e la Grappa di Vinacce di Recioto. Cantina del Castello sin dalle origine propone anche vini rossi della Valpolicella come l’Amarone e il Ripasso. I requisiti penso ci siano tutti per organizzare una visita prima o poi! Venite con me?

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A 5 anni la mia prima vendemmia!

Credo che il mio primo modesto tentativo di vendemmia fu all’età di 5 anni accompagnata nei campi dai miei nonni. Dovete sapere che il nonno ha lavorato per una nota azienda vitivinicola e quindi per me bazzicare le vigne non era per niente strano. Appoggiata su una «brenta» rovesciata (un grande secchio che serve per la raccolta dell’uva) allungavo le braccia  per raggiungere più grappoli possibili così come vedevo fare dagli adulti. Forse era più il chiasso che facevo – anzi sicuramente – di quello che producevo ma mi divertivo e mi sentivo importante in quei momenti.  Sono quei ricordi di famiglia che si mescolano alla mia infanzia felice e ai profumi degli acini maturati al sole.

Vini dei Monti Lessini

Nel panorama del mondo vitivinicolo trova spazio anche i vini dei Monti Lessini. Sulle colline comprese tra l’est veronese e la provincia di Vicenza si produce la DOC Lessini Durello. Più recente come denominazione ma che però sta già riscontrando un notevole interesse tra i winelovers. Viene prodotta con i vitigni Durella, Garganega, Pinot bianco, Chardonnay e Pinot nero, prevede la variante spumante, anche in tipologia riserva. E’ un vino stuzzicante, fresco, adatto agli aperitivi.

Come tutelare il Made in Italy

I vini veronesi nel mirino della contraffazione

Per il settore agroalimentare italiano c’è un nemico da combattere: la contraffazione. E anche il settore dei vini veronesi di qualità ne è purtroppo tristemente coinvolto. All’estero non è insolito trovare finti vini italiani come il Calpolicella (il nostro Valpolicella) o l’Amicone (che sarebbe l’Amarone) ma esistono casi di contraffazione dei vini più rinomati anche in casa nostra. La caratteristica di questi prodotti è che non hanno i requisiti tipici che corrispondono a queste etichette, pur richiamandone l’affinità sia nel nome che nella bottiglia. Noi consumatori ci possiamo tutelare anche guardando il prezzo: se ci troviamo davanti ad un vino di qualità messo in vendita ad un costo troppo basso possiamo facilmente capire che non si tratta dell’originale. Quindi, occhi sempre aperti prima di mettere mano al portafogli e acquistare.

Se volete conoscere quali piatti abbinare ai vini veronesi, le ricette tipiche e quali posti vale la pena visitare se venite a Verona, vi consiglio la lettura di Enogastronomia a Verona: ristoranti, ricette tipiche, luoghi da visitare
Ad esempio conoscete il piatto che compare qui di fianco?

teglia di pearà salsa tipica veronese


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